SEO per fotografi: ottimizzare il sito per guadagnare visibilità nei motori di ricerca

2 Maggio 2024

Fare SEO per fotografi non è banale: i siti web basati sulle immagini sono pesanti e difficili da ottimizzare per i motori di ricerca.

Quando il cuore di un’attività professionale sono gli elementi visuali è complicato renderli leggibili dai bot che scansionano internet in ogni momento.

Tuttavia, i lavoratori della fotografia possono ottenere grandi risultati di visibilità sfruttando alcune caratteristiche peculiari del proprio servizio.

Nel corso di quest’articolo cercheremo di fare luce su come ottimizzare il portale di un fotografo. Prima vorrei fare una premessa: non esistono informazioni certe al 100% quando abbiamo a che fare con un mondo basato sulle immagini.

La buona notizia è che chi ha la possibilità di comunicare tramite le fotografie può sfruttare altri strumenti di digital marketing altrettanto efficaci e non solo la SEO.

Nota: se stai cercando uno specialista SEO trovi maggiori informazioni nella pagina dedicata. Approfitta della consulenza gratuita compilando il form e valuteremo insieme quali sono le tue possibilità di ottimizzazione nei motori di ricerca.

Se hai già letto articoli che parlano di SEO in modo generale ti consiglio di saltare tutta la prossima parte di contenuto perché potrebbe risultare ridondante, vai direttamente al capitolo Informazioni specifiche: la SEO per il sito web di un fotografo.

Informazioni di base: la SEO in generale

Procediamo in modo veloce e ricapitoliamo per sommi capi cos’è la SEO e perché è importante per il tuo sito web e la tua visibilità online.

SEO è l’acronimo di search engine optimization, ovvero tutte quelle attività volte a migliorare il posizionamento di un sito web all’interno dei motori di ricerca. È costituita da una parte tecnica, una semantica e una marketing.

Nel primo caso stiamo parlando di un SEO audit, cioè un’analisi della struttura del tuo sito web dal punto di vista tecnico: codice HTML, CSS e JavaScript, utilizzo di markup per l’accessibilità, presenza e valutazione di link interni ed esterni, performance e molto altro.

L’ottimizzazione semantica invece corrisponde alla keyword research, la ricerca di parole chiave pertinenti e utilizzate dagli utenti per cui il tuo sito o le tue foto devono ottenere visibilità. Oltre alla fase di ricerca e analisi, è necessario anche individuare dati strutturati e rich snippet da includere nel proprio portale. Alle diverse pagine sul sito dovrà corrispondere una determinata query (ricerca) degli utenti, o più.

L’ultima parte, quella marketing, è la stesura di un piano editoriale basato sulle analisi SEO fino ad ora condotte. È un investimento promozionale che può avere durata e costanza variabili nel tempo. Si tratta di scrivere articoli, pubblicare fotografie e valutare le variazioni di posizionamento.

Contenuti ottimizzati per il web

Non è l’intento di questo articolo spiegarti come si scrive su internet, per questo puoi fare riferimento alla checklist SEO dedicata alle PMI.

Da fotografo, comunichi tramite contenuti visuali – anche se scrivere qualcosa ogni tanto non guasta – perciò è essenziale imparare a ottimizzarli.

Ecco alcune indicazioni standard che potresti già conoscere:

  • dai un nome autoesplicativo ai tuoi file. Ad esempio fotografo-al-tramonto.webp invece di DSC0001.jpg
  • utilizza formati nativi per il web come .webp o compressione MozJpg, se proprio non fosse possibile ricorri ai .png
  • compila il tag alt delle immagini in modo descrittivo senza fare keyword stuffing
  • assicurati che le tue immagini siano leggere o che l’utente sia molto motivato ad aspettarne il caricamento
  • seleziona con cura il metodo di caricamento tra eager e lazy

Avremo modo di approfondire molte di queste indicazioni, quindi non preoccuparti.

Link building e link earning tra professionisti

I link sono un elemento fondamentale del posizionamento nei motori di ricerca e su Google in particolare. Possiamo suddividere la questione dei link in collegamenti interni ed esterni, che a loro volta possono dividersi in attività di link building e di link earning.

Ogni pagina del tuo sito web deve essere collegata con il resto della struttura tramite link posizionati su ancore – parole – rilevanti ed esplicative della pagina di destinazione. L’utente quando clicca un link all’interno del tuo sito deve avere già un’idea precisa di dove andrà a finire.

Per quanto riguarda i link esterni invece puoi cercarli in modo attivo: parliamo di link building quando chiedi ad altri siti di linkarti, mentre si tratta di earning quando crei risorse utili per essere linkate.

In entrambi i casi è essenziale siano operazioni naturali, non acquisti o scambi reciproci di link.

Scegliere di fare link earning è complesso e richiede tempo, ma produce risultati più stabili e costanti.

Alberatura SEO del sito web e struttura dei contenuti

Suddividere il proprio sito web può essere complicato ma facendo una ricerca keyword possiamo chiarirci le idee. L’ovvia divisione è tra servizi offerti e portfolio: da un lato evidenzi i tuoi prezzi e le tue migliori offerte, dall’altro crei fiducia e considerazione mostrando i tuoi lavori.

È importante stabilire un obiettivo. Ad esempio, se sei specializzato in una nicchia come potrebbe essere il fotografo per eventi non hai motivo di mostrare altri servizi. Allo stesso modo se fai reportage fotografici saranno i tuoi lavori a dover parlare per te.

Una volta scelta l’alberatura più corretta per il tuo caso, devi pensare a una struttura dei contenuti. Rimanendo nell’esempio precedente, sia i servizi che il portfolio possono essere esposti in modi diversi.

Ti consiglio di pensare a come anticipare e vincere le resistenze di un tuo potenziale cliente o committente.

Nel caso dei servizi esponi i benefici e utilizza le faq per rispondere alle domande più frequenti che ti pongono. Chiedi esplicitamente all’utente di compilare un form per ricevere un preventivo. Scrivi seguendo i principi standard della SEO e esponi in modo chiaro requisiti, modalità, strumentazione necessaria ecc.

Ricerca keyword per immagini: Google Lens

Un consiglio è completare la propria ricerca keyword provando ad osservare cosa Google vede all’interno dei tuoi scatti. Nella pratica devi inquadrare una tua fotografia con l’applicazione Google Lens sul telefono. Questa ti restituirà una serie di risultati di ricerca correlati con ciò che è riuscita a scansionare.

Non si tratta di un’indicazione che cambierà il tuo approccio alla SEO, ma potrebbe darti qualche spunto in più. Potresti scoprire nuovi competitor, siti web affini alla tua nicchia di mercato, utenti interessati a scoprire come fare una particolare fotografia.

Informazioni specifiche: la SEO per il sito web di un fotografo

È molto raro incontrare un settore che si differenzia totalmente dai consigli generici che vengono dati per l’ottimizzazione SEO del proprio sito, ma per i fotografi ci sono alcune indicazioni più.

Infatti, il core business di un professionista della fotografia o di uno studio dedicato sono gli scatti stessi. Quindi, la differenza più evidente rispetto ad altri siti è che tu non puoi permetterti immagini a bassa risoluzione.

Ciò significa che devi accettare un compromesso in termini di performance e ricorrere a strumenti tecnici più avanzati come plugin di ottimizzazione WordPress o una CDN (Content Delivery Network) a pagamento. Ti consiglio entrambi.

Altro elemento importante è il compromesso tra visibilità e tutela del tuo diritto d’autore. Se hai scattato delle foto è lecito mantenerne la proprietà intellettuale o avere il riconoscimento in quanto autore dell’immagine. Tuttavia, ogni cosa che mettiamo su internet è facile da rubare.

Suddividere gli intenti di ricerca per un sito basato sulle fotografie

Cosa sta cercando l’utente? Lavori in un settore in cui gli intenti di ricerca sono variegati. Vediamone alcuni.

Informazionale. Esempio “Fotografia di paesaggio”. Ci sono buone probabilità che l’utente in questione stia cercando indicazioni per fare scatti di qualità in autonomia, o in alternativa potrebbe essere alla ricerca di un corso. Ma potrebbe anche essere una ricerca ispirazionale, capace di fornire spunti e idee per recarsi in luoghi particolarmente fotogenici. Ti conviene creare pagine ricche di testo o infografiche, con molti rimandi al tuo portfolio.

Transazionale. Esempio “Fotografo per eventi”. Qui l’utente sta cercando chiaramente un professionista che offra un servizio specifico. La pagina deve essere chiara e convincente, con tutte le indicazioni necessarie per contattarti e richiedere i servizi in questione.

Commerciale. Esempio “Macchina fotografica per ritratti”. L’utente vuole acquistare un prodotto, ma questo non è detto sia un oggetto fisico, potrebbe anche essere un corso o un servizio specifico. È necessario creare una pagina come una scheda prodotto, ricca di informazioni tecniche e operative.

Navigazionale. “Sito di fotografie”. La ricerca è indirizzata a navigare verso un sito web che potrebbe appartenere a un professionista del settore. La migliore pagina che puoi provare a posizionare è la tua home page o la sezione chi siamo.

Locale. Esempio “Fotografo prodotti Piemonte”. Non importa sia una regione, una città o addirittura un quartiere, le ricerche locali sono le più importanti per i piccoli business perché trasportano gli utenti nel negozio fisico. Se hai una sede dedicale una pagina, cura la tua scheda Google My Business e assicurati di ricevere molte recensioni positive. Se ne hai la possibilità, crea un legame forte con la tua zona di appartenenza – indicazione molto facile da assolvere per tutti i professionisti della street photography.

Gli intenti sopra riportati sono spesso mixati tra loro.

Che scatti fai: artistici, reportage, servizi o prodotti?

È importante dare valore alla tipologia di professionista che sei e agli scatti che fai. L’elenco è certamente riduttivo ma possiamo suddividere i fotografi in quattro ambiti diversi: arte, informazione, servizio, prodotti commerciali. Anche in questo caso possono ibridarsi senza problemi.

Chi lavora in ambito fotografico in senso artistico dovrà fare maggiore attenzione al brand, al proprio nome e al portfolio. Stessa cosa per chi lavora nell’informazione, anche se dovrà attenersi a un tono di voce più professionale. Chi invece vende servizi al grande pubblico deve evidenziarli all’interno del sito, inserendo call to action e form di contatto. Deve far risaltare i benefici per l’utente finale, non solo le proprie competenze. Quest’ultima indicazione vale anche per chi si occupa di fotografia di prodotto o per chi vende i propri scatti.

In base al tuo settore di appartenenza potrai certamente costruire un sito web unico e migliorare il tuo ranking su delle serp (elenco dei risultati di ricerca) specifiche, senza disperdere i tuoi sforzi SEO verso keyword poco utili.

Sito web di un fotografo: i problemi nel fare SEO

I problemi nel fare attività SEO per fotografi li abbiamo già visti: pesantezza delle immagini, difficoltà per i motori di ricerca di interpretare correttamente il contenuto e tutelare il diritto d’autore.

Ottimizzare le immagini per Google e i motori di ricerca

Facendo ricerche su internet è facile imbattersi in articoli che stabiliscono cifre e formati precisi per quanto riguarda i file immagine. La verità è che non si adattano a tutti i settori.

Se dovessi creare il sito web di uno psicologo non avrei nessuna difficoltà a decidere che i file visuali devono stare sotto i 50 kB e devono essere caricati nel formato .webp, perché un terapeuta non ha bisogno di comunicare con le immagini.

Al contrario, il fotografo non può permettersi di pubblicare scatti a bassa risoluzione.

Considerando la dimensione attuale degli schermi non ha senso superare i 1920 pixel. Volendo esagerare, 2500 px. Oltre è solamente uno spreco di banda. È sufficiente fare qualche test per trovare la risoluzione ideale.

Un altro consiglio è caricare separatamente file per desktop e mobile, perché la forma cambia ed è essenziale che il soggetto dell’immagine sia evidente in entrambi i casi.

Per quanto riguarda il peso non c’è un limite, ma è sconsigliato superare 1 MB. Forse qualche fotografia di paesaggio, ma nient’altro.

Un consiglio molto utile che analizzeremo più avanti riguarda la modalità di caricamento.

Tag alt-text uno dei tanti fattori di posizionamento

I motori di ricerca sono capaci di leggere le immagini e il loro contenuto, tuttavia un aiuto certo non guasta. Ecco perché chi usa WordPress ha la possibilità di compilare quattro campi per i media:

  1. titolo;
  2. alt text (testo alternativo);
  3. didascalia;
  4. descrizione.

L’unico vero elemento SEO di quest’elenco è il secondo, ovvero il meta tag alt text che ha la funzione di sostituire l’immagine per le persone con deficit della vista che utilizzano screen reader per navigare il sito.

Le indicazioni più utili per compilarlo sono anche molto semplici: descrivi a parole ciò che è rappresentato nel media, ma trova il modo di inserirvi la parola chiave per cui speri di posizionare quell’immagine.

Non ripetere in modo robotico la keyword, esprimiti in una forma corretta della lingua italiana, proprio come fosse un paragrafo del blog.

Copyright delle immagini e tutela dei propri lavori da fotografo

Uno dei problemi più grandi per i fotografi che pubblicano le proprie foto su un sito privato è tutelarne l’utilizzo ed evitare l’appropriazione indebita.

Qualsiasi elemento all’interno del tuo sito è dotato di un URL, ovvero un link, e se non prendi le dovute precauzioni può essere scaricato da chiunque. Ciò in teoria non significa che possono riutilizzarlo a piacimento, ma è bene specificare la tipologia di copyright.

Abilitare la Protezione Hotlink

Il sistema più efficace per evitare che le tue immagini vengano riutilizzate all’interno di altri siti web senza nemmeno essere scaricate è quello di abilitare la protezione hotlink.

Che cos’è l’hotlinking? È una pratica che consente di inserire immagini all’interno di una pagina web senza ospitarle sul proprio server ma andandole a richiamare direttamente dalla fonte. Praticamente quando vado a comporre l’HTML di una pagina, all’interno di un tag <img> posso specificare un attributo che indica la fonte (source) da cui il browser andrà a cercare il media.

È quindi sufficiente andare a copiare l’URL dell’immagine di un altro sito e incollarlo come fonte. La foto che vedi seguito sfrutta proprio questo sistema.

Un’illustrazione che mostra immagini nei risultati di ricerca di Google, nella scheda Immagini e in Discover. Presa dal sito developers.google.com

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Il sito originale ottiene un link anche se di basso valore, ma è difficile mantenere il controllo dell’utilizzo dell’immagine.

Usare Watermark, disabilitare il tasto destro o usare un’immagine layer invisibile

Altri sistemi molto comuni per tutelare i propri diritti sui media pubblicati online sono tre:

  1. inserire un watermark nella foto;
  2. disabilitare il tasto destro del mouse;
  3. applicare un layer invisibile all’immagine.

Nel primo caso credo tu sappia di cosa stiamo parlando, si tratta di apporre una scritta o un logo che identificano il fotografo direttamente nell’immagine così che chiunque decida di riutilizzarla sia obbligato indirettamente a citare l’autore.

Nel secondo caso invece si tratta di aggiungere una funzionalità WordPress che impedisce agli utenti di cliccare con il tasto destro sul tuo sito. Ovviamente potranno sempre utilizzare il Click, ma non comparirà il classico menu che permette di salvare le immagini o fare copia incolla.

L’ultimo caso, probabilmente il più fine, consiste nell’applicare un livello invisibile a tutti i media presenti sul sito. Si può fare utilizzando un plugin come ShrinkWrap e l’utente che proverà a scaricare l’immagine si troverà davanti un file vuoto.

Nessuno di questi metodi è infallibile, gli utenti più esperti riusciranno sempre a scaricare l’elemento corretto o a rimuovere il watermark con Photoshop. Tuttavia, se ho bisogno di rubare un’immagine è più probabile che non ci perderò molto tempo quindi non andrò a prendere proprio la tua protetta da così tanti livelli di sicurezza.

Google My Business: visibilità locale su Search e Maps

Google My Business è uno dei migliori strumenti per essere trovati dagli utenti localizzati nella medesima zona.

In base alla tipologia di fotografa, potrà esserti più o meno utile. Infatti, questa strategia sia adatta bene ai professionisti che offrono un servizio ricercato dagli utenti e non legato al brand o al nome.

Infatti, facendo un esempio pratico, la ricerca “fotografo per battesimo” beneficia della scheda Google My Business e della visibilità su Maps, mentre la ricerca “Mario Rossi fotografo” probabilmente no.

Per quanto riguarda la ricerca del servizio l’utente potrebbe non aver ancora deciso a quale professionista rivolgersi: magari sta iniziando un confronto oppure è addirittura in una fase ancora più lontana della conversione, come la semplice ricerca informazioni.

In questo caso la prossimità può giocare un ruolo essenziale. Se l’utente desidera conoscere di persona i fotografi è molto probabile che si recherà negli studi più vicini o con la scheda GMB meglio curata. Guarderanno le recensioni e le ultime foto pubblicate, solo in seguito arriveranno al sito web.

Se invece ti cercano digitando il tuo nome è probabile che vogliano vedere i tuoi migliori lavori, non le opinioni di altri utenti su di te. Anche se arrivassero attraverso la tua scheda su Maps cliccherebbero velocemente il tasto per il tuo sito web personale.

Link e SEO per fotografi

I link giocano un ruolo fondamentale nelle strategie SEO e i fotografi hanno la grande fortuna di produrre continuamente materiali appetibili per riceverne: le foto.

Potrebbe non essere sufficiente pubblicare una foto perché questa venga automaticamente condivisa dagli utenti. Quindi lo step successivo di una strategia di link earning potrebbe essere creare delle infografiche (cheatsheet) per aiutare gli appassionati a fare scatti professionali.

È molto utile inserire nella didascalia delle foto tutte le informazioni riguardo alla macchina utilizzata e ai settaggi.

Cercare attivamente link non è sbagliato, manda e-mail e proposte ad altri siti web senza nessuna remora: pensa a quali altri portali potrebbero voler collaborare con te e offrigli un contenuto di qualità, se fai formazione chiedi un link e se scatti foto prodotto utilizzate da un’azienda fai inserire i credits con le attribuzioni opportune.

Informazioni tecniche: principi di ottimizzazione per qualsiasi sito web

L’ottimizzazione SEO è un insieme di pratiche che si applica a ogni tipologia di sito web. Per questo motivo riporto alcune informazioni tecniche che potrebbero esserti sfuggite.

Molti articoli si concentrano infatti sul lato semantico dei contenuti per posizionarsi, trascurando fattori cruciali che sono invisibili agli utenti ma che possono fare la differenza e devono essere applicate già in fase di realizzazione del sito web.

Hosting, certificato SSL e accessibilità

Serve avere un hosting veloce e sicuro, con un buon sistema di memorizzazione cache e con uno spazio disco adatto a supportare le esigenze di un fotografo.

È essenziale servire il tuo portale con il protocollo https e dotarlo di un certificato SSL, un primo livello di sicurezza che assicura la connessione crittografata tra il tuo server e il browser dell’utente finale. La maggioranza degli hosting offre questo certificato insieme al dominio e ti consente di installarlo con pochi click senza nessuna competenza informatica.

Per accessibilità intendiamo tutte le pratiche che favoriscono la navigazione del tuo sito web da parte di persone con deficit fisici come ipovedenti e altri utenti con disturbi della vista.

Il codice HTML si è evoluto nel corso degli anni e oggi dispone di tag semanticamente rilevanti che definiscono con precisione il contenuto al loro interno.

Animazioni e effetti visivi giocano un ruolo importante nel web moderno, ma possono causare fastidi ad alcuni utenti. Per questo anche il codice CSS dispone di alcune proprietà per eliminare selettivamente le animazioni.

I link, proprio come le immagini, contengono all’interno del loro codice alcune informazioni utili per gli screen reader, software che si occupano di interpretare leggere ad alta voce un sito web. Ad esempio l’attributo aria-label.

Dati strutturati e rich snippet

I dati strutturati sono dei micro linguaggi condivisi da ogni motore di ricerca che servono a definire con precisione il contenuto presente all’interno di una pagina web.

Non sono visibili dagli utenti ma sono una porzione di codice di valore per spider e bot che scansionano il sito.

Nel sito schema.org potrai trovare un elenco esaustivo delle tipologie di dato strutturato oggi disponibile. A partire da quelli più semplici come organization e person – che comunque dovresti implementare – puoi esplorare tutta la sezione riguardo ai lavori creativi fino ad arrivare a quelli specifici per la fotografia (photograph).

Grazie ai dati strutturati è possibile specificare soggetto, abstract, autore, anni, copyright, editor, sponsor, licenza di utilizzo, publisher e molto altro.

Sitemap per le immagini

La sitemap è una pagina che viene creata automaticamente da WordPress e da molti plugin SEO; quindi, fatti i settaggi iniziali in modo corretto non dovresti più aver bisogno di preoccupartene. Tuttavia, devi fare attenzione che vengano incluse anche le immagini e i contenuti multimediali. Oppure potresti voler creare due sitemap separate: una per i contenuti testuali e l’altra per le immagini. Dipende dal ruolo che queste ultime hanno all’interno del tuo sito.

In ogni caso ricordati che gli spider di Google e degli altri motori di ricerca utilizzano la sitemap per scansionare e indicizzare il sito. Quindi inserisci solamente informazioni rilevanti e che desideri posizionare.

Ad esempio, è inutile – nella maggior parte dei casi – includere le immagini segnaposto e prive di significato reale come potrebbero essere le icone. Al contrario, tutti i tuoi scatti devono essere compresi nella sitemap.

Tag HTML: img, picture o figure?

I siti web sono costituiti da tag HTML ma potenzialmente ogni elemento che vedi potrebbe essere racchiuso in un <div> un contenitore senza nessuna rilevanza semantica che può assumere qualsiasi aspetto e forma. Dal punto di vista SEO è però opportuno specificare con attenzione gli elementi presenti in pagina.

Per le foto possiamo scegliere tra <img>, <picture> oppure <figure>.

Il primo markup è l’immagine vera e propria, ma può essere compresa negli altri due tag.

L’elemento <figure> rappresenta la presenza di un’immagine utile al flusso del discorso e relativa all’argomento della pagina, non un segnaposto o uno sfondo. Al suo interno possono esserci anche la didascalia e ulteriori indicazioni tecniche.

Il tag <picture> è un contenitore al cui interno puoi indicare diverse fonti della stessa immagine, sarà poi il browser a selezionare quella con la risoluzione più appropriata allo schermo dell’utente, riducendo i tempi di attesa.

Performance e modalità di caricamento immagini: lazy o eager?

Proprio parlando di performance e tempi di caricamento dobbiamo aggiungere una questione tecnica: l’ordine di attivazione dei file di una pagina web è importante e può essere definito dal web designer.

Esistono due metodologie di caricamento immagini: lazy loading oppure eager. Scommetto che se ti sei già informato a riguardo, avrai trovato tantissimi articoli che dicono di utilizzare tassativamente lazy. Come sempre è una semplificazione.

La differenza principale tra questi due metodi è che il lazy loading avvia caricamento dell’immagine solo quando questa è in prossimità della zona visibile dall’utente. Ad esempio, un’immagine che si trova in basso nella tua pagina web si attiverà quando il potenziale cliente scorrerà la visuale, farà scroll. Ma vale anche per gli slider e i caroselli, tutte le immagini successive alla prima si scaricheranno solo quando l’utente attiverà il carosello.

Il metodo eager invece è quello più basilare: tutto si carica insieme. Sebbene possa sembrare una pratica ormai superata, questo sistema va ancora applicato per tutti quei file media che si trovano nella sezione above the fold, quella visibile dall’utente senza fare scroll.

Problemi di Cumulative Layout Shift

La velocità e le performance sono un fattore SEO, ma ci sono altri contesti visuali che possono determinare il posizionamento del tuo sito web.

Un esempio pratico sono i problemi di cumulative layout shifting, eventualità in cui l’aspetto della tua pagina web si modifica a causa dei tempi di caricamento degli elementi.

Immagina una sezione che contiene un titolo, un’immagine e un pulsante. Titolo e pulsante probabilmente hanno dei tempi di caricamento più brevi rispetto all’immagine e quindi saranno disponibili in pochi millisecondi. Al contrario l’immagine, specialmente se in alta definizione, potrebbe richiedere qualche millisecondo più e se impostata per sfruttare il lazy loading potrebbe caricarsi dopo gli altri due elementi.

Quindi l’utente per pochi secondi visualizzerà solo titolo e pulsante, uno dopo l’altro. Quando l’immagine sarà caricata si posizionerà in mezzo, andando a spostare il pulsante verso il basso. Questo è un problema di cumulative layout shift.

L’utente rimarrà spaesato o, peggio ancora, avrà tentato di cliccare il pulsante proprio mentre questo si spostava verso il basso. Google inizia a dare molto peso a queste criticità.

Riepilogo: SEO per contenuti scritti vs contenuti visuali

Fare SEO per fotografi non è banale, ma non è impossibile e può essere un’attività capace di portare grandi soddisfazioni. Infatti, l’ottimizzazione per i motori di ricerca è piuttosto stabile nel tempo (rispetto alle Ads) nonostante l’impegno richiesto sia ridotto.

Una volta ottenuto un posizionamento stabile è importante riuscire a trasformare il semplice utente in un cliente pagante per il tuo servizio. Quindi è essenziale avere un modello di business preciso.

Oltre ai normali elementi che caratterizzano la SEO, i professionisti della fotografia devono prestare anche attenzione di elementi quali i tempi di caricamento del proprio sito web e la tutela del copyright.

L’unica grossa differenza tra contenuti scritti e contenuti visuali si ferma qui.

Inoltre, presto i motori di ricerca passeranno a un sistema misto grazie all’intelligenza artificiale offrendo risposte più pertinenti, rilevanti e soprattutto immediate.

Quindi, con il passare del tempo, i contenuti visuali acquisteranno sempre più valore all’interno delle serp stesse, l’utente non dovrà più per forza cliccare un sito per vedere un’immagine.

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Domande e Risposte

  • Quali sono le attività SEO?

    Tre macrogruppi: analisi tecnica, analisi semantica e componente content marketing.
    Dopo aver condotto un SEO audit e aver risolto problematiche di performance e accessibilità, bisogna inserire i meta tag e organizzare i link interni ed esterni. In seguito, si svolge una keyword research e si ottimizzano i contenuti testuali e visuali del sito. Infine si procede a far crescere la visibilità realizzando articoli e ottenendo backlink.

  • Come si fa a fare SEO?

    All’inizio è importante impostare correttamente il proprio sito dal punto di vista tecnico, poi è possibile pubblicare nuovi contenuti prestando attenzione ai competitor e ai requisiti della parola chiave target.

  • Come tutelo il copyright dei miei scatti?

    Puoi usare un watermark, disabilitare il tasto destro del mouse degli utenti, aggiungere un layer invisibile ai file multimediali sul tuo sito web, caricare immagini con i dati exif e usare rich snippet per specificare autore e licenza di utilizzo.

  • Come comparire in alto nelle ricerche Google?

    Applicando le pratiche SEO più diffuse e creando contenuti utili, rilevanti e pertinenti per le ricerche utente.

  • È possibile indicizzare immagini e fotografie nei motori di ricerca?

    Sì, è importante impostare meta tag e dati corretti, oltre a porre attenzione al contenuto della pagina su cui l’immagine è visualizzata.